Area Psicoanalitica

uscito il 4 gennaio 2022



Tema di questo libro è la base poetica della mente. Fare anima e fare mito stanno in rapporto reciproco. Fare anima non è cura, non è terapia, e neanche un processo di auto-realizzazione, ma essenzialmente un’attività immaginativa o di quel regno immaginale entro cui si svolge tutta la vita in ogni suo aspetto. La psicoanalisi ci aiuta non perché restituisce alla vita una interpretazione, ma perché le dà un ordine narrativo. È il racconto dell’esistenza stessa. Non solo individuale ma collettiva. Achille, Ulisse, Polifemo, Teti, Agamennone [...] siamo tutti noi, non riconosciutici allo specchio. Scopo del libro è farci alzare la testa dalle pagine, per scoprire che il mondo intorno è davvero cambiato.
 ISBN 979-12-20381-66-6, 204 pagine, 393 note, 133 riferimenti bibliografici
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uscito in marzo 2021


Il sogno non rispetta le nostre aspettative. Non rispetta la logica con le sue categorie, neppure quelle basilari di spazio e di tempo. Per questo ci destabilizza: è un’entità a sé stante. Sapere, poi, o anche solo sospettare, che l’atmosfera del sogno e i suoi contenuti, sono ancora più veritieri della realtà vigile (in fondo si tratta solo di stabilire quale concetto di “verità” abbiamo adottato) ci mette in uno stato di  minorità: siamo abitati da un’altra storia che nessuno ci ha mai narrato. Eppure il sogno ce la bisbiglia all’orecchio ogni notte. Il sogno, a ben vedere, inerisce alla realtà in quel modo strano e curioso come quando il silenzio spesso grida più forte della parola.
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uscito il 15 novembre 2020




L’adolescenza è una legittimazione della crisi dell’adulto. Ascoltare l’adolescente non ci fa entrare nel campo della psicopatologia, come si vorrebbe sbrigativamente sostenere, perché porre domande non è patologia, ma lo sono le mancate risposte, che nessun adulto è più in grado di dare. Oggi di patologico c’è solo la scuola e la famiglia, afflitte dal saccheggio dell’anima a favore dell’oggettivazione che ci prevede come portatori di efficienza, competenze e profitto, non più come soggetti. I giovani rifiutano empaticamente questo scenario, e non hanno le parole per verbalizzarlo, perciò non possono parlare e noi non possiamo ascoltarli. Rifiutano di diventare amministratori delegati o gladiatori, sognano altre e alte latitudini fuori dalla nostra asfittica immaginazione. Vivono di notte perché nessuno sa che farsene di loro di giorno. Ma una società che ritiene di poter far a meno di una generazione nella sua massima potenza biologica, intellettuale e creativa, quale futuro può avere?
ISBN: 9791220327268, 275 note, 174 pagine, 174 bibliografie
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uscito il 30 agosto 2020




Riesce a noi assai singolare che si possa concepire un uomo in cui abiti un ospite straniero, un suo duplicato più debole, un altro io, come sua psiche. Ma questa, appunto, è la fede dei cosiddetti popoli primitivi di tutta la terra. Le osservazioni che condussero ad ammettere una doppia vita nell’uomo erano familiari ai Greci di Omero, come lo furono ad altri popoli. Non può essere affermato più chiaramente che il simulacro dell’anima non ha parte alcuna nell’attività dell’uomo sveglio e pienamente cosciente. Il suo regno è il mondo del sogno. Quando l’altro Io, senza coscienza di sé, è sprofondato nel sonno, si risveglia ed opera il suo doppio. Vive dunque in lui un secondo Io, che opera nel sogno. Questo essere aereo si chiama, appunto, «psiche», cioè «una vita, un fantasma, che tuttavia non ha del tutto coscienza» [(ψυχὴ καὶ εἴδωλον, ἀτὰρ φρένες οὐκ ἔνι πάμπαν) Omero, Iliade, XXIII, V. 104]. Zeus, invece, “riconosce i due lati, ed è congenere a entrambi” [(Ζεὺς ἑτερορρεπής […] ἀμφοτέροις ὁμαίμων) Eschilo, Le Supplici, v. 403]. 

Volume esaurito, prossimamente in ristampa. Chiedi una copia direttamente all’autore nella sezione “Contatti”.


In Libreria dal 23 marzo 2020

VINCITORE DEL 
PREMIO NAZIONALE EQUI-LIBRI 2018

La donna ci mette al mondo (nascita), ci allatta (crescita), è la nostra compagna di letto (riproduzione), e ci riaccoglie nel suo grembo nel nostro ultimo viaggio (morte). Il ciclo della vita (e della morte) non può essere che femminile. L'uomo, a partire da quella radice femminile che discende dal corpo di donna, percepisce di esserne figlio e fratello insieme, figlio di una nascita e fratello nel suo appartenere, come la madre, al genere umano. "E a questo punto, perché no, si può parlare di incesto universale." [...] Non cercammo l'altra metà, bensì con infinito stupore scoprimmo un'entità inscindibile nell'incomprensibile tutto. Così eravamo fratelli nel mito, prima che l'incesto fosse sacrilego.

594 pagine, 1137 note, 486 bibliografie

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E' un volume premiato

In Libreria da gennaio 2020

Aristotele definisce Euripide “Il più tragico dei tragici” nella sua Poetica. L’affermazione cardine della tragedia è questa: “Tu non sai cos’è la tua vita, tu non sai né cosa fai e né chi sei” (v. 506). Se non lo si fosse letto in Euripide avremmo potuto attribuirlo a Sigmund Freud, o a Jung, o ad altri psicoanalisti. In effetti la psicoanalisi non si applica al dolore (per mitigarlo) ma lo assume come linea di demarcazione che distingue il semplice animale dall’uomo. E non perché il semplice animale non possa soffrire, ma è esente da quel particolare dolore che consiste nella coscienza della propria morte. Tutto questo si chiama: tragedia, e tutto il resto è maschera. 


ISBN 9788831656177


 
 



Uscito A Novembre 2019
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L’inconscio collettivo non è solo quello illustrato da C.G. Jung, che ne ha stabilito le basi e definito i contorni.
In questo volume, dopo un esame accurato delle prospettive indicate da Jung, si potranno esaminare altri “derivati” in vigore nel nostro quotidiano, non meno inconsci, e non meno collettivi di quello classico radicato nel mito, nelle religioni, nell’ereditarietà psichica di specie.
Così ci si potrà fare un’idea dell’inconscio mortifero, economico, tecnologico, scientifico, nichilistico, informatico, linguistico e religioso. Queste sono le linee guida di ciò che non è presente nella nostra coscienza, sia di individuo, tanto meno di massa. Aleggia un enigma che la filosofia riconosce, e conduce innanzi con quella sua solita radicale meraviglia.
ISBN: 978-88-31647-60-1

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Dallo Speculum alle Aenigmate (Dissertatio de foemina)

Questo non è un libro per le donne, e neppure sulle donne, ma semmai accanto alle donne. Mette al proprio centro un enigma irriducibile a qualunque sapere maschile, l'enigma della femminilità, come lo chiamò Freud. Psiche, inconscio, sentimento e sesso, sono eventi femminili, si incardinano dentro il ciclo nascita, crescita, riproduzione e morte, le forme mitologiche della finitudine: la donna ci mette al mondo (nascita), ci allatta (crescita), è la nostra compagna di letto (riproduzione), e ci riaccoglie nel suo grembo nel nostro ultimo viaggio (morte). Il ciclo della vita (e della morte) non può essere che femminile. L'uomo ha relazioni, la donna è relazione, il suo corpo è fatto per due, anche se non genera. L'uomo ha una soggettività, la donna ne ha due (l'Io e la specie). L'uomo ha affetti, la donna ama. Questo amare, assai prima di essere sentimento, è una forma cognitiva ignota all'uomo, che per legittimarsi ha bisogno di istituire saperi. Eppure, se ascoltiamo Agostino, non si conoscerà mai nulla se non tramite l'amore (non intratur in veritatem nisi per caritatem). VOLUME PREMIATO AL CONCORSO LETTERARIO NAZIONALE EQUI-LIBRI

Dallo Speculum alle Aenigmate Vol. II°

Nell'eredità materna di ciascun essere umano' si trovano fusi assieme 'l'estremo amore come l'odio' che conduce a pensare il nostro essere come una 'portentosa indistinguibilità originaria'. Di qui la vita che si è disgiunta dal corpo materno 'resta tuttavia suo possesso inalienabile': l'uomo si libra tra questi due aspetti conflittuali tra l'essere un uno e l'essere un frammento di un tutto, un Uno-Tutto, limite e illimite, a partire da quella radice femminile che discende dal corpo di donna, da cui percepisce di esserne figlio e fratello insieme, figlio di una nascita e fratello nel suo appartenere, come la madre, al genere umano. 'E a questo punto, perché no, si può parlare di incesto universale.' [...] Non cercammo l'altra metà, bensì con infinito stupore scoprimmo un'entità inscindibile nell'incomprensibile tutto. Così eravamo fratelli nel mito, prima che l'incesto fosse sacrilego." (Andreas Louise Salomé)

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